lunes, 15 de abril de 2019

Intervista a Giuseppe Gaspari Young Tunneller of the Year agli ITA Awards 2018



Redazione PPAN
Una laurea in ingegneria civile, due master (Geotecnica, presso La Sapienza, Tunnelling e TBM presso il Politecnico di Torino) e oltre dieci anni di esperienze lavorative in giro per il mondo.

Giuseppe Gaspari, a soli 35 anni, ha un curriculum particolarmente ricco e internazionale, elementi chene fanno uno dei più giovani esperti di opere sotterranee italiani. A sancire questa propensione verso il contesto globale, lo scorso 7 novembre è stato insignito del titolo di “Young Tunneller of the year” da parte della giuria del concorso “ITA-AITES Tunneling and Underground Space Awards.

Per le sue capacità, conoscenze e contatti è stato nominato membro del Comitato Esecutivo del World Tunnel Congress 2019 (Napoli, dal 3 al 9 maggio).

Giuseppe Gaspari, Young Tunneller of the year 2018 «Non me lo sarei mai aspettato – racconta Gaspari – soprattut to per l’alto livello degli altri concorrenti. Quest’anno, il mio ultimo nello steering board della sezione Young Members dell’associazione ITA-AITES, ho deciso di provare ed è andata bene.

Mi ha aiutato l’aver girato molto il mondo per lavoro ed essere stato coinvolto in grandi progetti del nostro segmento industriale, ma non solo. La giuria valuta il progresso nel corso degli anni dei candidati e le capacità di cambiare approccio ogni volta che si affrontano problemi in situazioni
molto diverse, anche da un punto di vista culturale. A mio avviso sono due le caratteristiche fondamentali per chi si occupa di opere sotterranee: flessibilità e grande capacità tecnica».

Il suo interesse verso le infrastrutture del sottosuolo si è palesato fin dagli studi universitari.

La tesi con cui si è laureato nel 2008, infatti, riguardava l’analisi tridimensionale delle gallerie urbane con particolare attenzione agli effetti di subsidenza superficiale indotti dal loro scavo.
La sua prima esperienza lavorativa lo ha portato alla Geodata Engineering di Torino. Da subito è stato coinvolto in diversi progetti in Europa, Sud-America, Asia e, più recentemente, Canada e Stati Uniti. Fra questi la Relief Line South, la Eglinton Line e la York Spadina Subway Extension di Toronto. Ma anche tunnel idraulici come il West Vaughan Sewage System nella York Region, il Jarry Tunnel a Montreal, il Deer Creek Tunnel nel Missouri e il Bergen Points Outfall a New York. Dal 2018 è entrato in Arup con il compito di supportare la crescita del locale gruppo infrastrutture.

Costruzione di un tunnel in Canada da parte di Arup © www.arup.com
«La Toronto Downtown Relief Line è un progetto vitale per la metropoli canadese. Mi piace sempre pensare alle ricadute positive – sottolinea Gaspari – anche sotto il profilo sociale. Le infrastrutture urbane sotterranee, infatti, influenzano fortemente lo sviluppo delle città. Collegando aree popolate da ceti diversi, inoltre, si contribuisce non solo alla fruibilità del tessuto urbano, ma anche all’aggregazione. Chi si trova su un mezzo di trasporto come una metropolitana, infatti, condivide con gli altri passeggeri la stessa situazione alle stesse condizioni. Sull’argomento ho scritto degli articoli derivanti anche dalle mie esperienze. Un esempio? Durante dei lavori nell’area di Bangalore, ci siamo trovati a incrociare lungo il percorso un tempio buddista e un cimitero islamico, che siamo riusciti a proteggere senza creare motivi di tensione sociale. È necessaria una certa abilità per gestire situazioni molto delicate, con differenti a seconda della fattibilità e dell’impatto sullestrutture preesistenti. Devo dire che l’esperienza italiana di difesa e valorizzazione delle antichità è un fattore chiave. Diversi Paesi hanno differenti codici normativi e tecnici, fattore importante quando si devono calcolare tempi e costi del lavoro. Inoltre, ogni realtà presenta anche un panorama contrattuale ed economico peculiare».

Il rapporto delle opere sotterranee con il contesto e la loro fisionomia come “non luogo” è un argomento sempre più approfondito e studiato. Una soluzione virtuosa è stata adottata a Napoli dove si è deciso di considerare le stazioni come uno spazio pubblico e, come tale, meritevole di essere curato e arricchito. «La scelta di Napoli come città dove realizzare il prossimo World Tunnel Congress ha molto senso – evidenzia Gaspari –, soprattutto se vogliamo far vedere quanta capacità c’è oggi in Italia e quanta ce n’è stata in passato. Le opere di questo tipo fanno parte della nostra cultura findall’ant
ica Roma, con reti fognarie, gallerie e acquedotti che in alcuni casi vengono ancora utilizzati dopo migliaia di anni. La conformazione del nostro territorio lo ha reso in alcuni casi una necessità, mettendo alla prova gli ingegneri di ogni epoca fino ad arrivare ai giorni nostri. Le stazioni dell’arte
rappresentano un’ottima sintesi di capacità tecniche e artistiche, ma anche di coinvolgimento di attori molto diversi fra loro».

La Cloaca Maxima, a Roma, è uno dei primi sistemi fognari mai costruiti Quello del tunnelling e delle infrastrutture sotterranee è un settore dal grande impatto, ma resta poco conosciuto dal grande pubblico. Se ne parla solo in caso di opere imponenti come il collegamento, aperto di recente, fra Hong Kong, Zhuhai e Macao (Cina), un percorso di 55 km composto da diversi ponti e gallerie sottomarine. «Non basta avere grandi capacità tecniche, bisogna essere in grado di comunicare la propria bravura.

Come categoria – spiega Gaspari – dobbiamo capire che riusciremo a fare network solo nel momento in cui saremo in grado di far comprendere che le opere sotterranee si integrano con le discipline legate alla gestione dell’ambiente urbano. Il comparto delle costruzioni, compreso il tunnelling, presenta un gap sia di comunicazione che di innovazione. Rispetto ad altri settori, le nuove tecnologie non hanno avuto l’impatto che ci si aspettava sul processo produttivo. A mio avviso perché si rischia poco, di certo non perché non ci siano elementi di novità. Proprio agli ITA Awards sono stati premiati sistemi speciali come delle TBM dalla forma quadrata, o materiali e tecniche all’avanguardia. Si tratta comunque di un processo inevitabile che andrà a premiare chi avrà il coraggio di tentare nuove strade prima degli altri. Un esempio? L’Hyperloop di Richard Branson e la Boring Company di Elon Musk».
Il progetto Hyperloop © www.hyperloop-one.
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